Salvatore Giuliano, il colonnello dell’EVIS
Salvatore Giuliano
e la mancata insurrezione della Sicilia
del 15 ottobre 1945
“Solo separandoci dall’Italia, solo riacquistando la nostra sovranità politica, potremo tornare a essere uomini liberi, artefici del nostro destino. Non saremo più schiavi e servi di nessuno, avremo libertà e giustizia” (Salvatore Giuliano)
di Giuseppe Sciortino Giuliano ©
Dal libro “VITA D’INFERNO. Cause ed effetti” (pp. 56-68)
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Collana Libri Storie di Sicilia
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L’arruolamento di Salvatore Giuliano nell’EVIS
A Monreale, in contrada Ponte di Sagana, Salvatore Giuliano ricevette il 22 agosto 1945 l’incarico ufficiale, per la parte occidentale dell’Isola, di formare l’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia), il braccio armato del MIS (Movimento per l’Indipendenza della Sicilia).
Per l’occasione erano presenti don Guglielmo duca di Carcaci, il nuovo colonnello Concetto Gallo del GRIS (Gioventù Rivoluzionaria per l’Indipendenza della Sicilia), il barone Stefano La Motta, don Pietro Franzone, Pasquale Pino Sciortino, Giacomo Lombardo, i fratelli Nino e Giuseppe Cucinella, Vito Mazzola e Francesco Giuliano.
Salvatore Giuliano ricevette un gagliardetto con i gradi di colonnello e gli vennero anche consegnate le divise color cachi, con relativi distintivi raffiguranti la triscele, simbolo atavico della sicilianità, e la bandiera da guerra siciliana con nove strisce giallo-rosse (tante quante sono le province siciliane) e con il cantone azzurro adorno della Trinacria ricamata in oro.
A completamento dell’equipaggiamento, gli fornirono tre mitragliatrici, una ventina di fucili, mitra, bombe, pistole, munizioni e denaro per il vettovagliamento della truppa. Al barbiere Giuseppe Iacona, da poco rientrato dagli Stati Uniti venne affidato l’incarico dell’arruolamento. In tale compito venne coadiuvato da tale Filippo Ferrara.
La “Brigata Palermo” capeggiata da “Guido del Monte”
A chi si arruolava veniva assicurato il vitto e centomila lire al mese. Con la miseria e la fame che c’era in quel periodo di triste schiavitù, l’offerta era più che allettante. Da tutta la Sicilia ne arrivarono alcune diecine, spinti dall’ideale ma anche dal bisogno.
Si formò così un piccolo esercito di un centinaio di persone. Per il 50% erano di Montelepre. Erano disposti a tutto pur di riempirsi la pancia e di aiutare la propria famiglia. Questo gruppo armato assunse il nome di “Brigata Palermo” dell’EVIS mentre il nome di battaglia di Salvatore Giuliano fu “Guido del Monte”.
Salvatore Giuliano, in virtù del comando ricevuto, indisse a Montelepre una riunione politica per la metà di settembre del 1945. Alla riunione, che si svolse all’aperto sulla collina denominata “Finocchiara” (accanto all’odierno cimitero), parteciparono circa 200 persone. I partecipanti sapevano, per sentito dire, che sarebbero stati informati su eventi che erano maturati e su programmi mirati a ottenere la libertà per l’oppresso Popolo di Sicilia.
Il primo discorso pubblico di Salvatore Giuliano
Salvatore Giuliano arrivò in compagnia di alcuni esponenti politici del MIS di Palermo e di Catania. Dopo una breve introduzione di un dirigente della sezione di Catania, la parola venne data a Salvatore Giuliano che esordì dicendo:
Fratelli Siciliani! Miei compaesani! Se in questo momento siete qui è perché condividete con me l’amore per la nostra amata e martoriata Madre Sicilia! Ed è proprio perché condividete con me questo amore e questa voglia di libertà dalla schiavitù, vi dico che è arrivata l’ora della riscossa per liberarci da questa tirannìa!
Il 31 marzo del 1282, lunedì di Pasquetta, i nostri antenati si ribellarono ai dominatori di turno, gli Angioini, e con le loro sole forze, riconquistarono la libertà e l’indipendenza della nostra amata Sicilia.
Ma voglio parlarvi di una storia più recente, che sicuramente molti hanno sentito, magari solo in parte! La fonte delle nostre disgrazie, che ci ha resi una colonia dell’Itala, i cui governi ci hanno trattati peggio dei negri d’America, è stata la cosiddetta “Unità d’Italia”!
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Con i soldi “rubati” alla Sicilia si cominciarono a costruire le industrie e le fabbriche del Nord d’Italia. Questo è il motivo per cui tanti nostri fratelli allora furono costretti a emigrare in tutto il mondo. Da allora in poi qualsiasi tentativo di riscatto, qualsiasi legittima richiesta, qualsiasi sciopero, qualsiasi protesta, furono sempre soffocati nel sangue.
I nostri padri sono stati considerati italiani solo per mandarli a morire nelle guerre che l’Italia ha dichiarato. Per usarli come carne da macello. Adesso capite che tutto quello che stanno facendo patire al Popolo di Montelepre non è altro che la continuazione di quello che i Governi italiani ci hanno sempre fatto. Per tutti questi motivi noi vogliamo L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA.
Solo separandoci dall’Italia, solo riacquistando la nostra sovranità politica, potremo tornare a essere uomini liberi, artefici del nostro destino. Non saremo più schiavi e servi di nessuno, avremo libertà e giustizia.
Nonostante tutto quello che ci hanno rubato fino a ora, la nostra terra è ancora ricca. Abbiamo risorse immense nel sottosuolo. Il 40% dei monumenti e delle opere d’arte sono in Sicilia. Abbiamo un clima meraviglioso. Il turismo porterà ricchezza. Abbiamo una terra che può produrre tutto. Siamo al centro del Mediterraneo e potremo vendere i nostri prodotti alle nazioni vicine.
Ho ricevuto l’incarico di formare l’Evis per combattere e liberare la Sicilia. Ci aspettiamo grandi sacrifici ma, sapendo di lottare per una giusta causa, avremo il coraggio di combattere contro i nostri oppressori. Chi vorrà unirsi a noi, ci dia nome e indirizzo e si tenga pronto! Molto presto sarete chiamati a combattere per la nostra Patria Sicilia. Viva la Sicilia indipendente!
Tutti i presenti, che erano stati nel silenzio più assoluto, ora ripetevano le sue ultime parole e continuavano a battere le mani. Poi, dopo avere aderito al MIS e dato i loro recapiti, a piccoli gruppi, per come erano venuti, se ne tornarono a casa. Tranne quelli che si erano già arruolati.
Il tentativo fallito per liberare la Sicilia dal dominio italiano
L’insurrezione della Sicilia contro lo Stato italiano era stata fissata per il 15 ottobre 1945. Un’emittente radio separatista, “Sicilia liberata”, diffondeva nell’etere, clandestinamente, il seguente comunicato:
Tutti i Siciliani che ricoprono cariche pubbliche di qualsiasi genere, tutti gli agenti siciliani di Polizia e tutti gli arruolati nell’Arma dei Carabinieri sono invitati a dimettersi entro il 15 ottobre. Coloro che non eseguiranno quest’ordine saranno considerati traditori della Sicilia e deferiti al tribunale speciale dell’EVIS che li giudicherà per come meritano.
Il Governo italiano non rimase a guardare. Per mezzo dei servizi segreti, i capi indipendentisti vennero individuati, arrestati e confinati nell’isola di Ponza. Il 13 settembre fu arrestato Attilio Castrogiovanni, il 1° ottobre fu la volta di Andrea Finocchiaro Aprile e Antonio Varvaro e, infine, il 2 ottobre anche Francesco Restuccia.
Di conseguenza, l’insurrezione, così come era stata programmata, non poté attuarsi. Vennero effettuate perquisizioni a tappeto, anche nelle abitazioni private. Furono proibite le riunioni nonché la vendita e la radiodiffusione del disco con la musica tratta dall’atto secondo dell’opera lirica “I puritani” di Vincenzo Bellini perché il brano “suoni la tromba” era stato scelto come inno nazionale della Nazione Siciliana.
Ma tutte queste azioni del Governo italiano, mirate a stroncare sul nascere ogni velleità di riscatto, ogni anelito di libertà per affrancarsi dal colonialismo italiano, non scoraggiarono affatto Concetto Gallo e, tanto meno, Salvatore Giuliano. I due colonnelli dell’EVIS concordarono un piano che prevedeva, allora X, l’attacco simultaneo di tutte le caserme della Sicilia. L’ordine di attacco arrivò a tarda sera del 25 dicembre 1945.
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ATTENZIONE AGLI INFILTRATI, RICORDATE CHE GARIBALDI HA VINTO GRAZIE AI TRADITORI CHE POI SI SONO ARRICCHITI
Finocchiaro Aprile era un avvovato. Conosco quanto sono traditori e infingardi gli avvocati. L’ esperienza di Finocchiaro Aprile non deve + ripetersi . Mai + un avvocato al comando degli indipendentisti siciliani . Se propio insistono gli avvocati a voler partecipare alla liberazione della Sicilia gli diamo le armi in mano da soldati semplici e li mettiamo in trincea a sparare. La legge fondamentale di liberazione nazionale siciliana ve la ho regalata , serve solo una zecca poligrafica dello stato per la nostra valuta (Trk). Non pagheremo + un triskelis di tassa a nessuno , e delle leggi non sappiamo che farcene , chi vuole arricchirsi diventi imprenditore agricolo o turistico. La fabbrica di Termini lmerese produrra’ auto a idrogeno compresso e motori multijet idro tech.
Popolo siciliano alle armi !!!
Per Guarneri Presidente .
REPUBBLICA SICILIANA.