Re-islamizzare la Sicilia senza scimitarre

Re-islamizzare la Sicilia senza scimitarre

La Sicilia e la riconquista dell’Islam

Re-islamizzare la Sicilia

Ad Aidone sta per realizzarsi una grande e moderna moschea,
punto di riferimento per i musulmani siciliani e del Sud d’Italia

di Angelo Severino ©

“L’Arabia spende 30 milioni per re-islamizzare la Sicilia”. La notizia era stata battuta il 7 maggio scorso dall’autorevole “Il Sole 24ORE” e da “Il Giornale” nonché da alcuni blog locali. In sostanza, il governo saudita ha l’intenzione di restaurare moschee e monumenti antichi e di fare della provincia di Enna un’enclave musulmana. Per i pochi che non dovessero ricordare il significato della parola “enclave”, significherebbe, di fatto, che il centro della Sicilia diventerebbe territorio islamico all’interno dell’Italia ma politicamente non dipendente da essa come, per esempio, Campione d’Italia che è un comune italiano ma che si trova in Svizzera.

Il 6 maggio 2016 a firmare il protocollo d’intesa, che rappresenta la prima fase (sulle tre previste) del nascente insediamento islamico al centro della Sicilia, è stato il sindaco di Aidone, Vincenzo Lacchiana (Pd), e Ahmed Saeed Badrais, segretario generale della suprema commissione saudita per il turismo e le antichità, in rappresentanza del principe Sultan bin Salman Bin Abdulaziz Al Saud (nella foto).

Il progetto aidonese-arabo era nato casualmente a Milano nel 2015 all’Expo nello stand “Piazzetta Sicilia” utilizzato anche dal comune di Aidone per pubblicizzare la Venere di Morgantina e il suo sito archeologico. Il primo contatto sarebbe avvenuto proprio all’Expo fra l’imprenditore di Valguarnera Gioacchino Arena, interessato a esportare il suo olio d’oliva in Arabia, e l’archeologo valguarnerese Pierluigi Bonanno da anni trasferitosi a Milano e intermediario commerciale per conto degli arabi.

Da questo incontro milanese sarebbe nata così l’idea per il “Gruppo Arena” di esportare non solo il suo olio d’oliva negli Stati arabi ma anche di importare prodotti sauditi da vendere nei suoi supermercati. Fondata negli anni Settanta, la società dei fratelli Arena oggi conta più di 120 punti vendita sparsi un po’ ovunque in Sicilia. A tal proposito ricordiamo che il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha recentemente sottoscritto un accordo con proprietari di catene di grande distribuzione in Arabia Saudita per fare arrivare fin lì i prodotti dell’agroalimentare siciliano.

Nel protocollo d’intesa saudita firmato ad Aidone ci sarebbe, tra l’altro, la realizzazione di un campus universitario per lo studio della cultura araba e l’edificazione di una grande e moderna moschea, punto di riferimento per i musulmani siciliani e del Sud d’Italia. E alla domanda se non è preoccupato, come sostengono in molti, perché l’islam stia per riconquistare la Sicilia, il sindaco aidonese Lacchiana rassicura: «Macché! Qui siamo occidentali e laici. L’Arabia Saudita aveva già un progetto di valorizzazione della storia araba in Sicilia. E Aidone, fondata intorno all’anno 1000, ha ancora tante testimonianze, moschee trasformate in chiese, minareti tuttora riconoscibili. Ci sono pure molte testimonianze linguistiche, lo stesso nome della città, Aidone, in arabo vuol dire fonte».

Nell’anno di grazia 1090 i Normanni cacciarono definitivamente dalla Sicilia i terribili Saraceni e 926 anni dopo ecco che l’Isola sta per essere riconquistata. Questa volta niente scimitarre ma armi molto più potenti ed efficaci, armi che non falliscono mai, che si chiamano soldi, tanti e tanti milioni di euro. A questi ultimi 30 milioni, in fase di pagamento, ai comuni ennesi di Aidone, Valguarnera e Piazza Armerina, vanno ad aggiungersi quelli dello sceicco del Qatar Al Thani che per 53 milioni di euro comprò il lussuoso hotel San Domenico di Taormina. E la Sicilia, intanto, sta per essere nuovamente conquistata.

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6 thoughts on “Re-islamizzare la Sicilia senza scimitarre

  1. Non lo so so so’che Crocetta e’ islamista,certo la storia e diversa da qualla italidiota,non lo so vediamo certo se L’iTALIA continua in questo modo tutto e possibile,Antudo,Crocetta ascaro comunque se ne torni in Tunisia o a Roma ladrona,saluti Antudo.-Viva la Sicilia.-

  2. 926 anni fa, una cazzata del genere avrebbe forse trovato terreno fertile ma oggi, dopo che i musulmani ( ed anche i cattolici) han rotto alla grande i coglioni, mi auguro che si dica un bel no anche perche’ , una Enclave, non si puo’ fare cosi facilmente.
    Enclave, ad esempio, e’ la citta’ del Vaticano.
    Cioe’ ,uno stato estero in territorio italiano, come San Marino, che emette francobolli e moneta propria anche se poi, per la moneta ma non per i francobolli, usa quella del paese che l’ospita.

    Insomma, gia’ mal sopportiamo il Vaticano e la sua ingerenza. Ci manca solo un califfato.

    Da dopo i fatti del 1870, ne’ chiese ne’ moschee .
    Invece ,ci stiamo consegnando non a chi vive come nel medioevo ma , addirittura, a chi vive in maniera primitiva.
    E, questo, non lo dico io.
    Lo dicono i fatti.
    Basta vedere come trattano le loro donne………….

  3. Dopo 155 anni di esiziale colonialismo “italiano” (leggi: sabaudo-padano-mafioso), se questo dovesse portare la Sicilia all’espressione delle sue potenzialità, ben venga

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