Musumeci: No indipendenza e autonomia da rivedere
Nello Musumeci
Vuole togliere l’autonomia alla Sicilia
mentre alcune regioni del nord Italia la vogliono
di Angelo Severino ©
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Nello Musumeci, candidato del centrodestra per le regionali siciliane, rilascia un’intervista a Radio24. Luca Telese, evocando la Catalogna e il suo referendum gli chiede: “Ha tentazioni separatiste, lei?”. “No, io non credo – risponde Nello Musumeci – che il tema sia proponibile in Sicilia. È chiaro che di fronte a questo fallimento dell’autonomia, dobbiamo ripensare a un nuovo progetto costituzionale”.
Queste elezioni regionali 2017 saranno ricordate con amarezza da quanti pensavano che anche in Sicilia finalmente si fosse svegliata la gran voglia di indipendentismo tipo Catalogna. La Sicilia rassomiglia a un prato pieno di tanti boccioli. Tanti quanto sono i movimenti indipendentisti, autonomisti, sicilianisti (e chi più ne ha, più ne metta).
Vengono innaffiati da un’acqua italiana sporca e tossica che, apparentemente, sembra farli sviluppare ma che fra non molto spargeranno il loro polline avvelenato sulla meravigliosa terra di Trinacria dando vita a nuovi fiori ibridi e, a loro volta, sterminatori.
Escludendo i movimenti che si rifanno a una rinascita del Regno delle Due Sicilie, che non ha nulla a che vedere con l’indipendenza siciliana, tutti gli altri vanno in ordine sparso. Non riusciamo a capire, ad esempio, perché la nuova dirigenza del Fronte Nazionale Siciliano stia nel pentolone dei partiti italiani e perché stia appoggiando Nello Musumeci che, come lo stesso Gaetano Armao, nulla a che spartire con la vera politica indipendentista portata avanti (con tanti sacrifici personali, anche di tipo economico) per decenni da Giuseppe Scianò meglio conosciuto come “Separatista della vecchia guardia”.
Nulla di personale contro i nuovi dirigenti del Fronte Nazionale Siciliano. Tuttavia, si restringe il cuore a quanti, come me, abbiamo trascorso gran parte del nostro tempo politico nella storica sede palermitana di Via Brunetto Latini. Qui, adesso, troviamo, dietro la sua scrivania, sempre al suo posto, l’inossidabile Pippo Scianò.
Oggi egli è coordinatore del “Centro Studi Finocchiaro Aprile” e ci è sembrato di vederlo nei panni di Giovan Battista Drogo, il tenente del romanzo “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati. Assegnato alla fortezza Bastiani, un avamposto ai confini dell’impero, egli si ritrova davanti a un deserto, una volta abitato dai Tartari, e resta lì da solo ad aspettarli che arrivino per combattere con loro. Ma i Tartari non arriveranno mai!
Non ci resta, allora, che apprezzare la candidatura a presidente della Regione Siciliana dell’avvocato Roberto La Rosa (anche lui ex militante del Fronte Nazionale Siciliano). Comunque vadano le cose, egli ha rappresentato il pensiero indipendentista dei Siciliani. Nondimeno, sarebbe stato più gratificante per l’elettore se avesse votato sul simbolo con la Trinacria! Sarà per la prossima volta? Ce lo auguriamo.
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Nello Musumeci ha già dimostrato in questa intervista di essere servo lacché dei partiti nazionali. Non è ancora stato eletto e già è a loro servizio CONTRO gli interessi dei siciliani. VERGOGNA!
Ancora con sta Sicilia indipendente? Sono più realisti i neonazisti!
Eaglerider, secondo Lei noi indipendentisti siciliani non siamo realisti? Invece di nasconderti dietro una scrivania, incontriamoci e parliamo