Natale a Enna. Si sperimenta un Natale integrato
Natale 2017
A Enna è un Natale integrato
In questa politica “boldriniana e bergogliana”
l’accoglienza immigrati deve essere
fondata sulla rinuncia dei nostri simboli.
di Angelo Severino ©
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Enna, 5 novembre 2017 – Un “fortissimo” abbraccio di simpatia, affetto e amore verso i disabili che hanno realizzato l’opera natalizia di cui abbiamo scritto nell’articolo “Presepi moderni che non sembrano presepi”.
Un “bravissimi” agli studenti del Liceo Artistico Regionale ”Luigi e Mariano Cascio” che hanno eseguito i capolavori (veramente belli e originali. Complimenti!) che stanno riempiendo le vie e le piazze di Enna.
Tuttavia, ai nostri dovuti apprezzamenti, vanno ad aggiungersi le nostre (altrettanto dovute) critiche sul fatto che a Enna sia scomparso il senso tradizionale del Natale e dei presepi (alberi natalizi compresi).
Scomparsi in nome e per conto di un’integrazione che, fino a qualche decennio fa, era inimmaginabile. Se per integrazione intendiamo quel “processo sociale e formativo”, che vorrebbe far diventare gli stranieri membri di una società occidentale e cristiana, probabilmente stiamo sbagliando metodo.
È ritornato il Sessantotto con la sua dialettica
Questa mattina commentavo insieme a due ragazze (che si sono avvicinate mentre stavo fotografando le “forme informi” di legno) il fatto che stia sparendo la cultura delle nostre tradizioni occidentali e cristiane. «Dobbiamo fare festa. E la festa è di tutti. Per chi crede in Gesù, per chi, come me – dice una delle due – non ci crede e per i nostri fratelli musulmani, che non devono trovarsi a disagio, qui da noi». «Ogni occasione è per fare festa. Festa di Capodanno, Epifania, Carnevale, Pasqua, Ferragosto… Sono solo occasione – continua la seconda – per fare festa, per stare in allegria. Vedi, in tutto questo non c’è nulla di Natale. È solo un’occasione di gioia da trascorrere insieme ai nostri fratelli di colore». «Bla, bla, bla…». E ancora «Bla, bla, bla…»
Mentre parlavano, per un attimo ho pensato di trovarmi nel Sessantotto. Ma no. Siamo nel 2017. Ma il Sessantotto oggi ricompare, anche perché non è mai andato via, e ritorna utilizzando il linguaggio del presidente della camera Laura Boldrini. Ritorna rinvigorito grazie anche a papa Francesco Bergoglio, il capo della chiesa cattolica.
Tra qualche decennio nessuno saprà che una volta c’era il Natale
I miei nonni e miei genitori hanno avuto la fortuna di vivere pienamente la tradizione cristiana del Natale. Io e quelli della mia età (cinquantenni-settantenni) un po’ meno. Oggi, per i nostri figli, le feste natalizie (con i suoi presepi, con i suoi alberi addobbati) e il cristianesimo stesso stanno per integrarsi con i “cercatori di felicità”.
Quest’ultimi dovevano integrarsi a noi. Ma, al contrario, siamo noi che ci stiamo integrando a loro. I nostri nipoti non conoscerano più cosa significa il Natale. E i nostri pronipoti non sapranno nemmeno che un tempo esisteva e si festeggiava cristianamente il Santo Natale. A quel tempo noi occidentali saremo già completamente integrati a una cultura che non ci apparteneva e che non dovevamo farla nostra. Ma sarà oramai troppo tardi per tornare indietro negli anni!
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