Garibaldi Giuseppe, professione corsaro [2]
Garibaldi processato a Palermo e a Napoli,
condannato per aver commesso decine di crimini
di Angelo Severino ©
[ Parte seconda ]
Garibaldi processato a Palermo
è stato accusato di decine di crimini.
A Palermo nel mese di dicembre 2007, nella ricorrenza del duecentesimo anniversario della sua nascita, si è svolto un ennesimo processo a Garibaldi con lo scopo di indagare su come sia stata conquistata la Sicilia e su come, con il sostegno militare, navale e con i quattrini della Gran Bretagna che era la più grande potenza economica e militare dell’epoca, l’Isola sia stata ridotta in colonia. Garibaldi, Vittorio Emanuele e i padri della patria italiana non erano altro che mosca cocchiera del governo di Londra.
Nella qualità di uno degli esponenti dell’accusa a Garibaldi nel processo palermitano è stato Giuseppe Scianò che ha evidenziato che
«attraverso questa inchiesta si vuole rivendicare anche il diritto da parte del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana, di procedere al recupero della propria memoria storica, contro ogni tentativo di alienazione culturale e di negazione del diritto a difendere la propria dignità».
Fra i capi d’accusa contro Garibaldi citiamo, a mo’ d’esempio, i delitti contro l’umanità; le violazioni dei diritti fondamentali dei popoli; le stragi, le violenze, i saccheggi e le espoliazioni anche nei confronti di cittadini inermi (delitti, questi, riscontrati nei territori del Regno delle Due Sicilie e nel Sud America).
Vi è poi l’aggressione armata, senza dichiarazione di guerra, al Regno delle Due Sicilie per conto di Vittorio Emanuele II di Savoia, aggravata dall’abbondante uso di mercenari particolarmente crudeli e violenti, talvolta provenienti anche da paesi extraeuropei e dall’utilizzazione su larga scala di associazioni a delinquere. E ancora: la riduzione della Sicilia e della parte continentale del Regno delle Due Sicilie in colonie di sfruttamento.
Contestati a Garibaldi Giuseppe pure i tanti casi d’abuso di potere, di malversazione aggravata e continuata, di corruzione, di violazione della legislazione sugli usi civici vigente in Sicilia a danno dei contadini e a favore dei propri seguaci.
Pesanti anche le accuse di persecuzione degli ordini religiosi, l’interruzione e lo smantellamento (senza alcuna adeguata sostituzione) dei servizi scolastici, assistenziali, sociali e sanitari. Servizi di grandissima importanza che, com’è noto, in Sicilia e nel Sud erano gestiti prevalentemente dagli ordini religiosi.
Nel napoletano, a Castel Capuano il 13 aprile 2002 si era già svolto un altro processo al cosiddetto Eroe dei Due Mondi. Il capo d’accusa era di
«avere invaso, senza alcuna dichiarazione di guerra, un Regno legittimo, sovrano e indipendente provocandone l’annessione a un altro, con notevoli danni morali, civili ed economici per le popolazioni del mezzogiorno».
Durante il processo sono stati, tra l’altro, consegnati al collegio giudicante una serie di documenti che dimostrano la colpevolezza dell’imputato Garibaldi. Fra le prove vi è una copia dell’intervista rilasciata al quotidiano “Cronache di Napoli” dallo storico Stanislao, discendente di Ippolito Nievo, a testimonianza del fatto che il piroscafo Ercole, partito da Palermo il 4 marzo del 1861, affondò per un attentato. Fra le 78 persone a bordo c’era anche Nievo, custode di tutte le carte della spedizione dei Mille e delle successive operazioni militari.
Quelle carte avrebbero dimostrato la corruzione dei garibaldini, i loro furti e soprusi con la complicità di alcuni traditori borbonici. Ai giudici è stata anche consegnata una copia della relazione dell’ammiraglio inglese Mundy, dalla quale emerge il totale coinvolgimento britannico nelle operazioni garibaldine.
Un discorso a sé merita la falsità del plebiscito che annetteva il Regno delle Due Sicilie all’Italia. È dimostrato che votarono, anche più volte, non solo gli aventi diritto ma anche gli stranieri, le donne, i mercenari garibaldesi e persino i bambini.
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Garibaldi e garibaldini: Assassini del meridione d’Italia.con appropriazioni indebita del REGNO DELLE DUE SICILIE.