Federico II, l’imperatore che ignorò Enna
Federico II, l’imperatore che
non venne mai a Enna
di Angelo Severino ©
Tratto dal libro “La verità sulla Torre Ottagonale di Enna“
A credere che l’imperatore svevo Federico II amasse trascorrere le proprie giornate estive a Enna, lo pensano in molti. Ma questa è una menzogna storica priva di alcun fondamento documentabile. Da qualche decennio, si ha infatti l’impressione che ci sia in atto un vero e proprio “accanimento storico” per attestare che Federico II abbia voluto tanto bene alla Sicilia e a Enna in particolare. Vi svelo un segreto: non è affatto vero! La storia ci racconta l’esatto contrario.
La storia ci dice, infatti, che fu il figlio di Pietro III d’Aragona, il grande re di Sicilia Federico III che soggiornava spesso a Enna, città che amava tantissimo, e dove vi costruì un castello chiamato “castello nuovo” per distringuerlo dall’altro molto più vecchio conosciuto come “u castiddru vicchiu” (ossia la Torre ottagonale, l’antico osservatorio astronomico-geodetico di Sicilia). Per approfondire l’argomento leggi: Federico III. Fridericus tercius Dei gratia rex Siciliae
L’unica prova storica certa è che il 14 agosto 1233 Federico II si trovava a Castrogiovanni (antico nome di Enna), da dove scrisse una lettera a Gregorio IX comunicandogli di “accettare la provvisione del papa sugli affari di Lombardia, che prima non gli era sembrata giusta né sufficiente”.
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L’estate 1233 fu l’unica volta in cui l’imperatore svevo Federico II si trovò, per poche ore, a soggiornare a Enna. Non perché, in occasione del ferragosto, avesse preferito la montagna al mare ma per una questione militare strategica. Infatti, già da qualche mese, erano scoppiati in Sicilia preoccupanti tumulti soffocati con l’uccisione di tanti Siciliani che avevano osato reagire dinanzi alle angherie del loro tiranno.
Sicuramente Federico II, con tutte le questioni da risolvere, anche con il papa Gregorio IX, non avrebbe avuto il tempo utile di costruire o di delegare qualcuno per far realizzare la Torre ottagonale in cui non avrebbe mai potuto dimorare. Fino a prova contraria!!! Ascolta con attenzione questo audio:
Inoltre, per quell’unica volta che Federico II fu di passaggio a Enna, è comunque impensabile (vedi pagina 15 del libro “La verità sulla Torre Ottagonale di Enna”) ipotizzare che l’imperatore svevo avesse soggiornato all’interno della Torre. Come avrebbero potuto muoversi, lui e tutta la sua corte, all’interno dei due vani, larghi appena quattro metri di lato, e, per di più, al pianterreno senza finestre? È verosimile invece che, in quelle ore di permanenza a Enna, egli occupasse il Castello di Lombardia.
All’epoca in cui imperava Federico II, di fatto, i Siciliani non erano entusiasti di averlo come sovrano. Con il pretesto di combattere l’eresia (o una presunta eresia), lo svevo perseguitava anche i Cristiani non eretici, colpevoli di non amare affatto il suo governo o di favorire i suoi avversari.
Fra coloro che subirono e sperimentarono la crudeltà di Federico II ci fu anche il figlio Enrico che, entrando in conflitto con il padre, nel 1235 fu rinchiuso in un castello, dove si ammalò di lebbra. Sette anni dopo morì, suicidandosi per le disumanità del carcere.
Pietro Balan scrisse che la caratteristica dell’imperatore svevo era: ASSOGGETTARE TUTTI, NON UBBIDIRE A NESSUNO, ORDINARE TUTTO AI PROPRI DISEGNI.
Se dunque i Siciliani, durante il regno di Federico II, furono da costui oppressi, com’è possibile che ancor oggi nell’Isola esista qualcuno che lo possa rispettare o addirittura sopravvalutare?
Un fatto molto importante da non trascurare è che dal 1235 fino al 1250, come lo studioso Carl Richard Brühl fa notare, Federico II non mise mai più piede sull’Isola. Negli ultimi quindici anni di vita, insomma, l’imperatore svevo si dimenticò completamente della Sicilia e dei Siciliani.
Se per Federico II la Sicilia era diventata, nel tempo, una regione sempre più periferica dell’impero, questa tendenza si confermò in seguito anche con i re Manfredi e Carlo I d’Angiò, che visitarono l’Isola sporadicamente e per brevissimi periodi.
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