Un cavallo è stato regalato ai Cristiani
Che c’è dentro il cavallo regalato ai Cristiani
Periscopio sul mondo a cura del Cobra ©
Dal diario di bordo de IL COBRA del 2 agosto 2016
Cristiani intrappolati. Nel 1184 a. C. i Greci entrarono a Troia e la distrussero gabbando i Troiani semplicemente con un cavallo di legno. Dopo dieci anni d’assedio, fingendo di allontanarsi dalla città, gli Achei lasciarono sulla spiaggia un gigantesco cavallo costruito in legno, dentro il quale si erano nascosti soldati armati. Non dando ascolto a Laocoonte, sacerdote di Apollo, che consigliava di distruggere quel cavallo perché certamente era un inganno, i Troiani lo trascinano dentro le mura di Troia e festeggiarono tutto il giorno perché il nemico, allontanandosi, mettendo fine alla guerra, gli aveva lasciato quel meraviglioso regalo in segno di amicizia.
Sappiamo tutti come andò a finire. Durante la notte Sinone, fattosi fare appositamente prigioniero per poter trovarsi all’interno di Troia, fece uscire dal ventre del cavallo i guerrieri che, aprendo le porte agli altri Achei, uccisero prima le sentinelle e poi diedero fuoco alla città facendo strage dei Troiani. Mah! Che gente stupida! Penso e mi accarezzo dolcemente il mento per meglio identificarmi in questa mia riflessione. A voi non capita mai di far così?
E andiamo al nocciolo del nostro discorso. Leggo e vedo in tv che gli imam francesi, dopo che due jihadisti avevano sgozzato padre Jacques Hamel a Rouen, hanno invitato migliaia di musulmani a recarsi nelle chiese cattoliche della Francia e dell’Italia per una preghiera in comune. Minchia! A voi non capita mai di sussurrare così di fronte a una notizia sensazionale? Qui da noi in Sicilia non è una parolaccia ma un’esclamazione di sorpresa.
Ma la cosa trùbbula (che in italiano significa torbida) è il fatto che siano stati gli stessi musulmani ad autoinvitarsi e a seguito delle parole di papa Francesco: «Credo non sia giusto identificare l’Islam con la violenza e il terrorismo. Non è giusto e non è vero… Se parlo di violenza islamica devo parlare anche di violenza cattolica… Ho avuto un lungo dialogo con il grande imam di Al Azhar e so come la pensano loro, cercano la pace e l’incontro… In Centrafrica l’imam è salito sulla papamobile con me. Si può convivere bene».
A non pochi rimbombano ancora oggi nelle orecchie quel “si può convivere bene”. Un giorno sapremo (forse sarebbe meglio dire: sapranno) se il cristianesimo morirà per opera degli stessi cristiani (forse sarebbe meglio dire: cattolici). Proprio come avvenne con il cavallo di legno regalato dagli Achei ai Troiani. In segno di pace e amicizia, per convivere bene e far cessare ogni ostilità. E una volta entrati… Minchia! “A fini dô munnu ci fu! A tutti scannarru!” che, tradotto per gli italiani, significa: “Ci fu la fine mondo! Massacrarono tutti”.
E intanto l’imam di Firenze adesso rivendica che l’Italia dia il finanziamento dell’8 per mille. E intanto fa male papa Bergoglio a favorire il dialogo tra religioni non cristiane perché non si lamenti se poi, un giorno, la sua chiesa cattolica prenderà tanti sonori schiaffi musulmani e sarà costretta a subire gli stessi atroci tormenti (e con tutti gli interessi maturati nel tempo) che, a sua volta, purtroppo, durante il tempo nell’inquisizione essa ebbe a elargire con abbondante spargimento di sangue in ogni angolo del mondo e anche nei confronti dei veri cristiani sol perché tenevano a casa una Bibbia. E qui Bergoglio ha ragione quando dice che “se parlo di violenza islamica devo parlare anche di violenza cattolica”. Diceva mia nonna Carmela: “Soccu facimu avimu fatto” che, tradotto per gli italiani, significa: “Ciò che facciamo abbiamo fatto”.
Nelle stesse ore in cui cristiani e musulmani pregano insieme contro il terrorismo, la rivista ufficiale dell’Isis pubblica in copertina un jihadista con la bandiera del Califfato che distrugge una croce posta sul tetto di una chiesa e con la scritta “Distruggiamo la Croce”. All’interno del giornale è spiegato perché occorre fare la guerra ai cristiani: «Tra questa pubblicazione e il prossimo massacro, che verrà eseguito contro di loro dai soldati nascosti del Califfato, i crociati possono leggere perché i musulmani li odiano e li combattono». Minchia! Lasciando stare il mento, stavolta comincio a pettinarmi i capelli con le dita della mia mano sinistra come faccio solitamente quando qualcosa mi spaventa. A voi non capita mai di far così?
E a conclusione, pubblico una lettera di un prete cattolico inviata al TG4 e ripresa da giornali e tv:
«Tu mi ammazzi un parroco e poi ti inviti la settimana dopo nella mia Chiesa a pregare la tua religione. Anche le altre chiese del mondo oggi saranno invase da musulmani senza che nessuno li abbia invitati. Se c’è proprio una cosa che noi temiamo è vederci arrivare i “turchi” in chiesa… Se lo avessi fatto io, non in Egitto, ma qui a Milano, di presentarmi in una moschea dicendo che mi sono autoinvitato a pregare, mi avrebbero lasciato alla porta».
«E se avessi insistito sarebbe scoppiata la rissa col coltello. Certo, tutti pregheranno oggi: i cristiani di non trovarsi qualche terrorista vicino. (Non esisterà, tra l’altro, alcun sistema di controllo e sicurezza, se non quelli di default nelle chiese più grandi). Certo, tutti oggi ringrazieranno Dio: i cristiani di poter essere usciti vivi e incolumi dalla propria chiesa. Nessun vescovo farà sentire la sua voce dicendo che la cosa andava almeno concordata insieme. Insomma l’Islam è prepotente e invasore anche quando vuole farsi apprezzare come misericordioso e gentile. Se ci entrano in chiesa quando vogliono fare la pace, pensa che cosa possono fare quando sono leggermente alterati… eh, lo sappiamo cosa, tra l’altro…».
Alla prossima, amici miei carissimi!
Una nota: Teòfilo in questo articolo [ clicca qui ] scriveva: «Questo mondo cosiddetto occidentale, sempre più decristianizzato, che non può cambiare il suo destino finale, si ritrova così ad accompagnare a sua insaputa il terrorismo islamico verso i tempi finali descritti nell’Apocalisse».
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salve .io penso una cosa,giustamente come hai detto tu,prima sgozzano il prete e poi vanno in chiesa a pregare,sai tipo il fatto del coccodrilla e delle sue lacrime.Penso che la chiesa ,i cattolici,noi tutti cristiani,siamo noi che dobbiamo uscire dalle mura della chiesa,ed andare nelle loro moschee,perche se siamo cattolici credenti,non dobbiamo avere paura di niente.E BASTA ,con questa messa ,sempre la stessa da secoli,che ti spiega sempre allo stesso modo la vita di gesu”.che ha incontrato sempre le stesse persone,che ha perdonato sempre gli stessi peccati,che ha fatto sempre gli stessi miracoli,che lo hanno martoriato sempre allo stesso modo,e inchiodato sempre vicino alla stessa croce.BASTA BASTA,non c”e” la faccio piu.La chiesa prima ci dice di abbassare la testa e perdonare,e dare l”altra guancia,poi dice che non sappiamo professare il cattolicesimo.Non sappiamo reagire.E TEMPO DI ALZARE LA TESTA,NON DI ABBASSARLA.I parroci,i preti,tutti devono uscire dalla chiesa e mettere in pratica con tutte le conseguenze quello che ci ha insegnato la bibbia.Il prete deve finire di dire PENTITEVI PENTITEVI ,A NOI CATTOLICI PER POI PERDONARE A QUELLI DELL”ISLAM.E” come un padre che tutto quello che fa il figlio e” sbagliato,e tutto quello che fa il figlio di quello accanto e” buono.Mi sono scocciato,dobbiamo reagire con tutti gli insegnamenti che la chiesa ci ha regalato,e non stare li fermi ,aspettare la messa delle19.00,per sentire l”ennesima voltala parabola del figlio sbalestrato che torno” a casa:LA SAPPIAMOOOOOOOOOOOO,BASTAAAAAA,dobbiamo uscire noi dalle mura e andare a cercarlo,perche se aspettiamo che torna ,quello non tornera” piu”:anzi diventera” un seguace dell”isis,e se per caso tornera” a casa ,non uccideranno il vitello per festeggiare,ma sara” lui ha uccidere il padre per mangiarselo.CHIEDO UNA COSA A PAPA BERGOGLIO:ECCELLENTISSIMO,E REVERENTISSIMO PADRE ,IO SONO CATTOLICO PRATICANTE(almeno credo)VI CHIEDO UNA GRAZIA:ABBATTETE LE MURA DEI CONVENTI,DELLE CHIESE,FATE USCIRE FUORI A PROFESSARE TUTTE LE MONACHE,I FRANCESCANI,I MONACI,I CARDINALI,I VESCOVI,I PRETI,I CHIRICHETTI.ORAMAI DELLA VITA E LA MORTE DI GESU” SAPPIAMO TUTTO DOBBIAMO PROFESSARLO IN PRIMA PERSONA,E NON STANDO LA” AD ASPETTARE I MIRACOLI. IL MIRACOLO LO POSSIAMO CREARE NOI SE VOGLIAMO CIAO LUIGI
Pienamente d’accordo con Angelo Severino direttore.