I cavallari di Sant’Agata
I cavallari di Sant’Agata di Militello
e i “gioielli” di Carmelo e Giuseppe Squadrito
di Vincenzo Giardino ©
La “Fiera Storica” di Sant’Agata di Militello (paese del Messinese), è la più importante e antica manifestazione di questo genere. Si svolge due volte l’anno nei mesi di aprile e novembre, nei giorni 14 e 15, sul lungomare santagatese. Questa fiera era definita “Pernu Mastru”, l’appellativo per indicare che era la principale, anche perché da essa nascevano le altre fiere che si svolgevano nel resto della Sicilia. Vide la sua ufficialità nel 1700 e fu voluta dal principe Gaetano Gallego Ventimiglia.
All’epoca costituiva un’opportunità notevole per l’economia pastorale e agricola dei paesi dei Nebrodi, ma era anche l’occasione per assistere a sfilate di carrozze, calessi, carretti e cavalli. Le sfilate e il commercio di prodotti affini, diedero impulso alla nascita di attività artigianali e mestieri legati al mondo dei cavalli e delle carrozze. Maniscalchi, sellai, cocchieri, cavallari, etc., specialisti, veri e propri maestri d’arte, punti di riferimento nazionale del settore equestre.
Sant’Agata di Militello era il paese dove si producevano carrozze di ogni tipo grazie alla maestria dei fratelli Brucato che, oltre a produrre, eseguivano anche restauri e riparazioni nella loro bottega sulla strada nazionale. Attualmente in paese sono rimasti due discendenti di coloro che si occupavano in epoca passata delle attività legate al mondo dei cavalli: Carmelo e Giuseppe Squadrito, rispettivamente padre e figlio.
Sono i detentori di questa passione con relative competenze specifiche che ormai si limita al restauro di carrozze d’epoca e alla partecipazione di eventi equestri a Napoli, Palermo, Roma, Milano, Verona, tranne che a Sant’Agata di Militello. Con orgoglio, Giuseppe Squadrito vanta il possesso di ben quindici pezzi storici tra carrozze, calessi, dottorine e sulky, datati dal 1750 al 1900 con i quali partecipa alle manifestazioni, sfilate e competizioni in tutta Italia.
Giuseppe racconta che, a sua memoria, fin dall’Ottocento gli ascendenti della sua famiglia erano conosciuti in Sicilia e in tutta Italia per le attività legate al mondo dei cavalli e il padre Carmelo è l’ultimo dei “cavallari” santagatesi. Motivo di vanto, per lui, è sentire i racconti degli appassionati più anziani, in occasione di raduni in altre città italiane, che si ricordano di suo padre e qualcuno addirittura del suo bisnonno, considerati persone esperte e competenti di questo settore che conta un cospicuo numero di appassionati. Egli stesso, quando si confronta con altri amatori associati GIA (Gruppo Italiani Attacchi), viene considerato un profondo conoscitore del settore al quale rivolgersi per pareri sui cavalli e sulle carrozze.
Oggi le carrozze sono esclusivamente un vezzo per appassionati o l’attrazione turistica per giri nelle zone storiche di molte città italiane. Ma, fino all’inizio del secolo scorso, i mezzi trainati da cavalli trovavano impiego nel trasporto di merci, di persone e cerimonie come matrimoni e funerali. Pensare al servizio postale che, con questi mezzi, doveva essere garantito anche nelle zone più impervie è davvero affascinante.
Nella continua ricerca di questi “gioielli” d’antiquariato, Giuseppe si è spesso trovato di fronte a delle vere e proprie meraviglie partorite dalla creatività e dalla maestria di abilissimi artigiani di epoche passate. Un bel pezzo storico posseduto da Giuseppe Squadrito porta il nome di “dottorina”, tipico calesse usato dai medici condotti per arrivare, spesso percorrendo strade di campagna. fino alle case dei loro assistiti.
La sua passione lo ha spinto a chiedere a più di una amministrazione del comune di Sant’Agata di Militello di assegnare una struttura per poter realizzare un sito museale di carrozze, carretti siciliani e finimenti d’importanza storica che sarebbe l’attrazione di tanti appassionati provenienti da tutta Italia, creando un indotto economico a beneficio delle attività di ristorazione, alberghiere etc. Purtroppo Sant’Agata di Militello non ha mai spiccato per progetti che possano dare un rilancio dell’economia locale con iniziative originali e, tranne che per qualche sporadico evento, non si fa niente per creare attrattive interessanti.
Potenzialmente, questo paese potrebbe fruire di economia del turismo più di Capo d’Orlando, ma il pessimismo diffuso e la mancanza di iniziativa generale tende all’appiattimento, ostacolando anche quelle poche persone, come Giuseppe Squadrito, che hanno idee brillanti e le capacità di creare qualcosa di nuovo. A questo si aggiunge pure un sistema burocratico locale farraginoso che impone balzelli di ogni tipo con costi proibitivi anche per lo spostamento dei cavalli dalle stalle nel periodo della fiera.
Scarica i pdf del giornale
Diventa editore de “L’Ora Siciliana”
oppure leggi come sostenerci