Quattro canti. Alla scoperta di Palermo
Quattro canti
ALLA SCOPERTA DI PALERMO
Tratto da: “Alla scoperta di Palermo”
di Francesco Buonaccorso ©
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Piazza Vigliena o meglio conosciuta come “I Quattro Canti” fu edificata nei primi anni del Settecento, a cui vennero attribuiti diversi nomi: “Teatro del Sole” perché in ogni stagione due dei quattro canti sono illuminati dal sole; “Ottangolo” per la sua forma geometrica e “Teatro della città” in quanto era teatro delle manifestazioni cittadine più importanti.
Come potete osservare dalle foto in ogni cantone sono disposte diverse statue; nel cantone sud vi sono le statue di Venere (la Primavera), Carlo V, e Santa Cristina; in quello nord Bacco (l’Autunno), Filippo IV e Sant’Oliva; nel cantone ovest vi sono le statue di Cerere (l’Estate), Filippo II e Santa Ninfa; infine, nel cantone est quelle di Eolo (l’Inverno), Filippo III e Sant’Agata.
Le quattro Sante sopracitate sono le Sante Vergini della città di Palermo, martiri di una società ottusa che ha fatto pagare con la vita le loro scelte personali in tema di fede:
Sant’Agata, patrona di Catania, visse dal 230 al 5 febbraio del 251. A ucciderla fu un prefetto romano il quale si era invaghito di lei. La donna lo rifiutò e così lui la fece arrestare, la denunciò come cristiana e la consegnò ai suoi aguzzini, i quali la uccisero crudelmente tagliandole i seni e mettendola al rogo.
Si bruciò il suo corpo ma non la sua amata sciarpa rossa. L’anno seguente alla sua morte ci fu una terrificante eruzione del vulcano dell’Etna e così tanti fedeli portarono in processione la sciarpa rossa rimasta illesa. Grazie a questo gesto, l’eruzione si fermò con successo e così lo ripeterono ogni qualvolta la città di Catania era in pericolo e tutte le volte tornava il sereno. Viene rappresentata oltre che con la sua sciarpa rossa anche con le tenaglie e il piatto dei seni tagliati.
Santa Cristina fu perseguitata a causa della sua fede cristiana dall’imperatore Diocleziano e rinchiusa in una torre dove subì infiniti supplizi da parte del padre. La leggenda narra che una volta arrestata fu flagellata e posta su una ruota infuocata ma guarì miracolosamente. Dopo ulteriori torture indicibili da cui guariva miracolosamente, morì trafitta da due frecce. Si festeggia il 24 luglio. I simboli che la rappresentano sono la palma del martirio e le due frecce.
Santa Ninfa nacque a Palermo, anche lei uccisa per la sua conversione al cristianesimo; era figlia di un prefetto che la fece imprigionare e torturare. Un Angelo la liberò e la portò a Roma ma, priva oramai di forze, ella morì e la seppellì in un terreno. Nei periodi di siccità gli abitanti del luogo pregarono rivolgendosi a lei e miracolosamente ritornò la pioggia. Da quel momento venne venerata e proclamata santa. Si festeggia il 10 novembre e il suo simbolo è una coppa con le fiamme.
Sant’Oliva nacque a Palermo e anche per lei, la sua scelta di convertirsi alla fede cristiana, la portò alla morte. Questa volta non venne imprigionata ma venne esiliata a Tunisi dove venne torturata e abbandonata nel deserto, in preda ad animali feroci riuscì a sopravvivere a tutto ma morì decapitata. La sua festa si celebra il 10 giugno, il suo simbolo è un ramo di ulivo.
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