Autonomia differenziata? Meglio una Sicilia indipendente

Autonomia differenziata? Meglio una Sicilia indipendente

Autonomia o una Sicilia indipendenza?

di MASSIMO COSTA e Biagio Bossone
pubblicato il 19 agosto 2019 da MICROMEDA
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Il dibattito sull’Autonomia di queste settimane si sta incentrando su aspetti che in realtà centrali non sono. Potranno le Regioni del Nord occuparsi di questa o quella funzione amministrativa prendendola in carico dallo Stato con le relative risorse? Se l’autonomia differenziata fosse solo questo sarebbe anche ozioso parlarne. Forse ci si potrebbe chiedere quali funzioni possono essere distribuite senza attentare all’unità dello Stato, ma non è questo il discorso che rileva.

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La Sicilia è la Regione che oggi paga più di tutte l’unità politica del Paese. Nonostante le leggende metropolitane, tranne un quarto della spesa sanitaria e poche briciole per i Comuni, la Sicilia non riceve più alcun trasferimento dallo Stato (quelli che vengono computati come tali non sono altro che i tributi erariali raccolti in Sicilia stessa).

La Sicilia (Regione, Province, Comuni, la quasi totalità di enti pubblici) sopravvive letteralmente con i 2/3 circa dell’IRPEF e 1/3 circa dell’IVA riscosse nel territorio (ZERO di quelle maturate nel territorio e ZERO delle accise maturate nel territorio). Con quelle risorse provvede a tutto, ivi incluse le pensioni dell’Assemblea Regionale Siciliana e gli stipendi dei mitici forestali, e tutto ciò a spese solo del contribuente siciliano e non certo di quello italiano. A questo si aggiunga un contributo al risanamento del debito pubblico erariale quadruplo pro capite rispetto a quello delle altre regioni, e secondo in valore assoluto solo a quello della Lombardia. Contributo pagato persino dalle ex province che, caso unico in Italia, nulla ricevono dallo Stato italiano.

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Ai sensi dell’art. 37 (mai attuato) dello Statuto siciliano, le imprese non residenti dovrebbero versare le loro imposte in Sicilia sotto l’accertamento di UN’AGENZIA DELLE ENTRATE SICILIANA. Quest’articolo varrebbe da solo circa 3 o 4 miliardi l’anno (a tanto ammontano i prelievi tributari sui redditi prodotti in Sicilia da imprese non residenti) su un bilancio regionale di 15 miliardi circa. In pratica, con l’attuazione dell’art. 37, la Sicilia AZZEREREBBE TUTTO IL PROPRIO DEBITO IN SOLI 15 MESI!

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La Sicilia è stata per 1000 anni circa UNO STATO A SÉ, quasi sempre con un proprio Parlamento (IL REGNO DI SICILIA). Potrebbe benissimo riprendere un discorso interrotto nel 1816 CON UN COLPO DI STATO, dopo il quale non è che le cose siano andate poi così bene.

LEGGI TUTTO l’articolo di MASSIMO COSTA e Biagio Bossone

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