Arance del Sudafrica. Sarà tolto il dazio
Arance del Sudafrica
Entro il 2025 sarà abolito il dazio doganale
di Giuseppe Scianò ©
Sono state prorogate le agevolazioni tariffarie doganali per le arance bionde importate dal Sudafrica. Ed è, questo, un altro “colpo basso” dell’Unione Europea contro gli interessi dell’agrumicoltura siciliana e contro la stessa Sicilia.
È avvenuto, cioè, che con una recente decisione l’Unione Europea ha prorogato fino al 30 novembre 2016 il trattamento di favore del dazio doganale del 16% che era stato concordato limitamento al periodo luglio-ottobre 2016. Si aggiunga che, sempre per le arance bionde sudafricane, è previsto un decremento tariffario doganale annuo dell’1,8% e fino all’esenzione totale entro il 2025.
Nel 2015 dalla Repubblica Sudafricana sono arrivate in Europa circa 430mila tonnellate di arance bionde per un valore commerciare stimato a quasi 305milioni di euro [nota dalla Redazione].
Queste notizie hanno giustamente, e ancora una volta, provocato l’indignazione e le proteste degli agricoltori siciliani del settore agrumicolo, ai quali va la solidarietà più convinta degli Indipendentisti Siciliani e di quelli del “Centro Studi Andrea Finocchiaro Aprile”.
A questo proposito, ricordiamo che l’agrumicoltura siciliana non è soltanto un settore produttivo ma è il “cuore” della vera Sicilia! Non dobbiamo dimenticarlo! Ne andrebbe della nostra dignità di Popolo.
Ci troviamo, pertanto, ancora una volta, al cospetto di una di quelle scelte europee (peraltro numerose e ricorrenti), adottate in materia di politica economica che calpestano con disinvoltura gli interessi della Sicilia e quelli del Sud Italia. E che sono scelte rese possibili dall’acquiescenza, imperdonabile, della quasi totalità dei rappresentanti politici siciliani e di quelli meridionali, ad ogni livello istituzionale. E a prescindere dalle ideologie dichiarate. Le poche eccezioni, che pure esistono, confermano la regola.
Nel caso specifico della Sicilia, pesano certamente il clima di desicilianizzazione e l’assoluta mancanza di una coraggiosa strategia siciliana per l’economia siciliana. Prevalgono, infatti, le logiche spartitorie e clientelari con la conseguenza di perdere di vista gli interessi generali del Popolo Siciliano e di perpetuare la cultura dell’ascarismo e dell’autocolonialismo.
I fatti parlano da soli. Ma non dobbiamo rassegnarci! Dobbiamo, anzi, lottare di più e meglio per la riscossa, per la rinascita e per il progresso nel Popolo Siciliano. E per fare sì che la Sicilia (che tanto ha fatto nei secoli e nei millenni precedenti per la civiltà europea) torni a essere protagonista di primo piano e in prima persona nei consessi internazionali e sovranazionali, anche a livello europeo. Soprattutto a livello europeo. [ LEGGI anche “Quando la Coop… non sei tu! Vergogna!” ]
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