Alfano, la Kore e il puparo

Alfano, la Kore e il puparo

I poteri forti (il puparo)
ostacolano la crescita dell’ateneo ennese?

Se l’università romena anziché a Enna
fosse stata altrove succedeva lo stesso?

di Angelo Severino

In quest’ultime ore è scoppiato il caso Alfano che è indagato per abuso d’ufficio dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone poiché il ministro dell’Interno avrebbe fatto trasferire a Isernia il prefetto di Enna Fernando Guida. Insieme ad Alfano sono coinvolti anche il viceministro del PD Filippo Bubbico, il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l’ex senatore del PD Vladimiro Crisafulli e il presidente dell’università Kore di Enna Cataldo Salerno.

L’illecito sarebbe stato compiuto nel corso del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre scorso quando venne firmato il trasferimento del prefetto perché ritenuto responsabile di aver commissariato pochi giorni prima l’Università Kore di Enna. Ma la cosa più grave sarebbe stata quella che il ministro non avesse nominato un nuovo prefetto, lasciando così vacante la carica con l’evidente intenzione di far calare il silenzio sul commissariamento della fondazione Kore che ha il compito di eleggere il presidente dell’università ennese.

Tutto è cominciato allorquando il procuratore di Enna Calogero Ferotti e la guardia di finanza indagarono alcune persone per concorso in abuso d’ufficio nonché per occupazione abusiva di edifici dove si sarebbero dovuti svolgere dei corsi di lingua rumena.

Per un approfondimento: Sigilli alla UniMirello e I protocolli del Fondo Proserpina

In attesa di conoscere l’evoluzione di questa inchiesta romana che coinvolge anche il ministro Angelino Alfano, è doveroso scrivere una riflessione. Senza risollevare vecchie e note storie, costernate da rancori e reciproche accuse di presunte illegalità e serietà, ci sembra ora che l’ostilità di alcune istituzioni regionali e non, tra cui l’Università di Catania, nei confronti della Kore di Enna fin dalla sua nascita starebbe per prendere una forma più subdola e che, forse, starebbe anche consentendo ai poteri forti (il puparo) di ostacolare la costante crescita dell’ateneo ennese.

In campo era sceso anche il Miur (ossia il ministero dell’Istruzione) che aveva chiesto un provvedimento d’urgenza per bloccare i corsi di medicina romeni alla Kore. Ma il tribunale di Caltanissetta gli ha dato torto e, confermando la legittimità dei corsi di medicina e professioni sanitarie dell’università romena Dunarea de Jos di Galati, promossi dal Fondo Proserpina, ha condannato il ministero a pagare le spese processuali.

Al Corriere della Sera, che lo intervista, Mirello Crisafulli, il promotore dell’iniziativa romena, dichiara che «la verità è che non hanno fatto questo bordello contro i corsi bulgari. C’è stato un problema uguale con loro: il ministero ha perso ed è tutto finito». E poi l’ex senatore PD si sfoga: «Se l’università romena anziché a Enna fosse stata a Milano succedeva lo stesso?». E rivendica la correttezza dei corsi: «Che c’è di male? E poi mica li faccio io i corsi, io offro logistica: sedi impianti, uffici».

Intanto, ieri il Gruppo Parlamentare M5S (14 deputati) all’Assemblea Regionale ha diffuso un comunicato stampa che pubblichiamo:

«Una vicenda gravissima che non può restare sotto silenzio. Questo Ministro non ci rappresenta più, non rappresenta più nemmeno tutti i cittadini che desiderano legalità in questa lacerata regione. Constatiamo che sono sempre gli stessi personaggi a fare della Sicilia una terra “negoziata”, a rendere la nostra isola totalmente inaffidabile. Fintanto che continueranno a far sentire la loro longa manus sulle vicende politiche siciliane, non ci potrà mai essere un reale riscatto per la nostra terra, è tempo che questa classe dirigente vada a casa».

«Un avviso di garanzia non vuole dire una condanna, ne siamo consapevoli, ma dal Ministro degli Interni dipendono la Polizia di Stato, il Corpo dei Vigili del Fuoco, i Prefetti e tutto l’apparato che sovraintende alla sicurezza sul nostro territorio; Alfano fa presto a parlare di “casi nati già morti”, sia la magistratura a dirlo e per questo ci auguriamo che si vada presto a fondo della vicenda così da restituire dignità e credibilità alle strutture che dipendono dal suo dicastero».

«In conclusione, i parlamentari regionali M5S invitano la magistratura ad approfondire le possibili refluenze date dalle odierne acquisizioni sulla “cura” che ha sempre avuto questo governo per la Kore, sia in riferimento alle erogazioni annue regionali, sia in riferimento alla pesante e reiterata sfida lanciata dalla Dunarea de dios al MIUR per stabilire in Sicilia una propria facoltà di medicina proprio nella Università collegata al fondo Proserpina».

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One thought on “Alfano, la Kore e il puparo

  1. l’Università Kore di Enna funziona benissimo ma la politica se ne vuole impossessarsi per collocare i propri portaborse,

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